Il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha avvertito che la Banca centrale deve essere pronta a muoversi più velocemente e che i tassi potrebbero raggiungere un picco più alto se i dati lo giustificassero. Sui mercati pesa anche l’obiettivo di crescita deludente per la Cina annunciato durante il Congresso nazionale del popolo nel fine settimana, dove il premier Li Keqiang ha fissato un target sul Pil del 5% per il 2023.

Il settore tecnologico di Hong Kong è sceso di oltre il 3% dopo che la Cina ha annunciato la creazione di una nuova agenzia per gestire i dati e dare più potere al ministero della scienza e della tecnologia. Anche le azioni dei titoli ciclici di consumo hanno subito forti perdite mercoledì, così come la sanità, il settore immobiliare e quello industriale.

Secondo Bloomberg, il presidente Xi Jinping ha svelato il più grande rimpasto dei vertici della burocrazia cinese degli ultimi decenni, durante la riunione annuale del Congresso, parte di una spinta radicale per rendere l’economia autosufficiente di fronte agli sforzi degli Stati Uniti per impedire a Pechino di ottenere tecnologia avanzata dall’Occidente.

Il piano vuole rafforzare la supervisione del suo sistema finanziario da 60.000 miliardi di dollari, creando una nuova agenzia per la gestione dei dati, ristrutturando il Ministero della Scienza e della Tecnologia. Le mosse sono arrivate quando il nuovo ministro degli Esteri Qin Gang ha avvertito che gli sforzi degli Stati Uniti per «contenere e sopprimere» la Cina rappresentano dei rischi per il futuro dell’umanità.

L’indice sul dollaro (Dollar Index) si è mantenuto sopra 105,5, attestandosi sui livelli più alti degli ultimi tre mesi dopo che il governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha offerto una prospettiva più aggressiva sulla politica monetaria rispetto a quanto previsto dai mercati.

Powell ha avvertito che il livello finale dei tassi di interesse potrebbe essere più alto di quanto previsto in precedenza alla luce di dati economici più forti del previsto. Ha anche affermato che la Banca centrale è pronta ad aumentare il ritmo degli aumenti dei tassi se i dati lo giustificassero.

I mercati ora prezzano la probabilità del 70% di un aumento dei tassi di 50 punti base a marzo, secondo il FedWatch di Cme, rispetto alla probabilità del 30% di un giorno fa. Il dollaro ha scalato i massimi da diversi mesi contro tutte le principali valute, soprattutto contro il dollaro australiano.

Il deficit del Giappone è salito a 1.976,6 miliardi di yen a gennaio 2023 da un surplus di 33,4 miliardi di yen registrato a dicembre, ben oltre le aspettative del mercato per un deficit di 818,4 miliardi di yen.

È il più grande disavanzo storico del Giappone causato da costi dell’energia ostinatamente elevati che hanno pesato sull’economia del Paese. Quest’ultimo dipende fortemente dall’importazione di combustibili e materie prime.

Le importazioni sono cresciute a livello annuale del 22,3% a 10.005 miliardi di yen a dicembre, superando di gran lunga un aumento del 3,4% delle esportazioni a 6.823 miliardi di yen.

La Cina avverte gli Stati Uniti di smettere di cercare di contenere e comprimere Pechino per evitare un conflitto che diventerebbe inevitabile e che avrebbe conseguenze catastrofiche. Il declino nei rapporti tra le due grandi potenze è stato al centro della conferenza stampa del ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, che ha lanciato avvertimenti a Washington su tutti gli aspetti delle relazioni bilaterali, dalla questione di Taiwan alla guerra in Ucraina, puntando, infine, il dito contro gli Usa per l’incidente diplomatico innescato dalla crisi del pallone spia cinese abbattuto al largo delle coste del South Carolina il mese scorso.

Qin Gang ha parlato a margine dei lavori della sessione plenaria dell’Assemblea Nazionale del Popolo, l’organo legislativo del parlamento cinese, in corso a Pechino, da cui è atteso il rinnovo della classe dirigente cinese e la riconferma di Xi Jinping al vertice dello Stato con l’inizio del terzo mandato come presidente cinese.

Proprio da Xi, nelle scorse ore, erano giunte dure critiche all’Occidente. In un quadro tratteggiato dal presidente cinese, i rischi e le sfide che la Cina dovrà affrontare aumentano e diventano sempre più gravi.

Il ministro degli Esteri cinese ha affermato: “La Cina difenderà i propri interessi nazionali e si opporrà alla mentalità da Guerra Fredda”. Ha così indicato la direzione che prenderà la diplomazia cinese sotto la sua guida, una direzione tracciata dall’Assemblea Nazionale del Popolo.

Nella prima conferenza stampa da ministro degli Esteri di Pechino, ha sottolineato che la Cina perseguirà il multilateralismo e si opporrà alle sanzioni unilaterali e alla separazione delle economie.

Gli Stati Uniti, dove è stato ambasciatore cinese fino a fine 2022, quando venne nominato ministro degli Esteri, sono il bersaglio principale delle sue parole. A surriscaldare i toni è il caso innescato dall’incidente del pallone spia: un incidente diplomatico che si poteva evitare, secondo il diplomatico cinese, frutto di una percezione distorta della Cina da parte degli Usa.

Qin ha detto: “Se gli Stati Uniti non tireranno il freno e continueranno sul sentiero sbagliato, ci sarà sicuramente un conflitto. Chi ne sopporterà le catastrofiche conseguenze? Il contenimento e la repressione non faranno grande l’America e non fermeranno il rinnovamento della Cina”.

Nelle complesse relazioni con gli Stati Uniti non potevano mancare le tensioni su Taiwan. Nessuno deve sottovalutare la determinazione di Pechino per la “riunificazione” dell’isola alla Cina, ha avvertito il ministro degli Esteri, che ha anche letto un passaggio della Costituzione cinese in cui si sottolinea l’appartenenza di Taiwan al territorio cinese.

In proposito Qin ha avvertito: “Se la questione di Taiwan non viene gestita bene, le relazioni tra Cina e Stati Uniti ne risentiranno e gli Stati Uniti dovrebbero smettere di usare la questione di Taiwan per cercare di contenere la Cina”.

In aperto contrasto rispetto alle tensioni con gli Stati Uniti e l’Occidente è il rapporto con la Russia. Quella che emerge dalle parole del titolare degli Esteri di Pechino è la contrapposizione netta tra un Occidente che cerca la provocazione e lo scontro e un rapporto con la Russia presentato come ancora di stabilità a livello globale.

Qin ha precisato: “Le relazioni tra Pechino e Mosca sono un buon esempio di relazioni tra grandi Paesi, e con la partnership strategica complessiva tra Cina e Russia il mondo avrà una forza trainante per il multilateralismo”.

Non poteva mancare, infine, un riferimento alla guerra in Ucraina, per la cui soluzione politica Pechino ha presentato un piano in dodici punti, fortemente criticato dall’Occidente per l’assenza di una condanna dell’aggressione russa all’Ucraina. Pechino non ha fornito armi alle parti in conflitto, ha affermato il ministro degli Esteri, che ha sottolineato le preoccupazioni della Cina.

Per Pechino, la crisi ucraina è giunta a un punto critico e i colloqui di pace devono cominciare il prima possibile. Pur senza menzionarli direttamente, il ministro degli Esteri ha lanciato una velata critica agli Stati Uniti: “Sembra che ci sia una mano invisibile che spinga per l’escalation e che usa per la propria agenda geopolitica una crisi, che poteva essere evitata”.

Tutto ciò ci lascia immaginare quanto siano complicate in questo momento le relazioni geopolitiche in cui è in gioco l’egemonia economica e politica sul mondo senza pensare alle esigenze dell’umanità che subisce le guerre, la fame e le malattie.


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