L’AUSTRIA VA A SINISTRA?
13, OctSuccesso al primo turno per Van der Bellen
di Alessandro Perelli
L’Austria, svolta a sinistra? Così sembrerebbe dopo le elezioni presidenziali svoltesi domenica scorsa che hanno visto il successo al primo turno di Alexander Van der Bellen. Una vittoria netta quella del ricandidato Presidente della Repubblica uscente, già leader dei verdi, affermatosi con il 54% , sui sei sfidanti, senza ricorrere al ballottaggio. In realtà più che di una svolta politica si tratta di una vittoria per mancanza di avversari.
Il partito popolare, da anni al Governo esprimendo il Premier infatti, non aveva presentato candidature (forse, anzi probabilmente, per non entrare in collisione proprio con i verdi, partner minore ma indispensabile per la maggioranza dell’Esecutivo). Anche i socialdemocratici non si erano presentati ritenendo di non avere i numeri per aggiudicarsi la carica e per non rischiare di favorire una vittoria dell’estrema destra. E così Walter Rosenkranz, espressione del Fpo (destra sovranista, nel recente passato investita da scandali di corruzione che ne hanno segato i vertici) si è fermato al 18%, risultato al di sotto delle aspettative che comunque gli potrà essere utile personalmente per riproporsi in futuro in altre competizioni elettorali più accessibili.
Van der Bellen è poi riuscito a entrare nelle preferenze degli elettori austriaci con la sua personalità di uomo convincente, responsabile e moderato, lontano da quegli estremismi che spesso hanno contraddistinto la politica ambientalista. Un antesignano da questo punto di vista di quello che sta avvenendo, nei Gruenen, anche nella vicina Germania, dove sono, come in Austria, al Governo.
Dei sette candidati presentatisi solo altri due hanno raccolto suffragi di una certa consistenza (poco più dell’8%). Di essi il più sorprendente è stato Dominik Wlazny, proposto dal “Partito della birra” (che a Vienna, dove è consigliere circoscrizionale è arrivato addirittura secondo) che si è aggiudicato molti consensi tra i giovani con un programma anti sovranista. E circa con la stessa percentuale di voti si è classificato Tassilo Wallentin, candidato indipendente di matrice di destra ma che si è differenziato notevolmente da Rosenkranz.
Quindi, Alexander Van der Bellen ancora per i prossimi sei anni resterà ospite della Hofburg, il palazzo imperiale che ospita nella capitale la Presidenza della Repubblica. Professore di economia e di finanza, in un ruolo che è soprattutto di rilievo istituzionale, ha saputo svolgere il suo mandato con un equilibrio che tutti gli hanno riconosciuto durante il difficile periodo della pandemia e di fronte ai provvedimenti rigidi presi dal Governo nella politica di contenimento dell’emigrazione clandestina che hanno suscitato alcune riserve da parte dell’Unione Europea e soprattutto dell’Italia quando l’Austria ha deciso di schierare l’esercito ai confini, compromettendo anche il buon andamento del lavoro che i pendolari svolgono tra il nostro Paese e la Repubblica federale austriaca.
Van de Bellen si è dimostrato però anche un convinto europeista solidale con tutte le decisioni prese da Bruxelles in particolare per quanto riguarda le sanzioni prese contro l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin.
