QUADERNO 2006.1-2
Giulia Bondanini non tenne un “carnet de route de l’exil” come Vera Modigliani che, tra l’autunno del 1940 e l’estate del 1944, annotando “le impressioni e i ricordi” di un quasi ventennale esilio, scrisse una sorta di autobiografia collettiva dell’antifascismo italiano all’estero.
Né approdò come Lidia Campolonghi a un’operosa vecchiaia, nella quale trovare tempo e gusto per raccontare “la vie d’une femme antifasciste”.
A metà strada tra la generazione di Vera Funaro, moglie di Emanuele Modigliani, e quella di Lidia Campolonghi, figlia di Ernesta e Luigi, Giulia Bondanini ha lasciato solo testimonianze frammentarie e occasionali della sua esperienza di esule antifascista.
Nondimeno le lettere e i ricordi che restano di lei ci offrono alcuni segmenti significativi per comprendere un percorso esistenziale, che nell’opposizione al fascismo ha trovato il suo asse fondamentale di riferimento e nell’esilio, in Francia e poi in Svizzera, il suo baricentro.
SOMMARIO
7 INTRODUZIONE di Elisa Signori
50 AVVERTENZA
51 CAPITOLO I – Sorvegliata speciale
97 CAPITOLO II – Fuga
107 CAPITOLO III – In esilio
133 CAPITOLO IV – In guerra
138 CAPITOLO V – Di ritorno in patria
160 CAPITOLO VI – Per la ricostruzione
170 CAPITOLO VII – Di nuovo in Svizzera
173 INDICE DEI NOMI