Lasciatecelo annunciare subito qui, in apertura dell’anno ancor nuovo di zecca, lasciateci dire che questo 2023 è iniziato con un passo avanti, non molto rilevante per il mondo, ma di notevole importanza per noi: l’attivazione del BLOG dell’ADL, costruito dall’ingegnera italiana Tiziana Stoto per l’agenzia neozelandese KOLORATO, che si occupa di digital design and publishing. E che ci ha voluto dare una mano di visibilità. Grande Grazie.
Chi siamo “noi”?
Noi siamo i ventriloqui del nostro Paese al di fuori del nostro Paese e anche un po’ fuori di senno. Siamo la voce di quelli espulsi dal tessuto socioeconomico nazionale familiare ecc., da sempre osteggiati o ignorati o dimenticati. Non manca mai uno pronto a dichiararci inesistenti.
Ai ricchi e liberisti, agli staliniani, ai bombacciani e ai mussoliniani, e poi agli indifferenti appartenenti o non appartenenti alla “cupola partitocratica” o alla “casta dei giudici”: noi diciamo a questi e a tutte le loro fazioni, o guelfe, o ghibelline, noi diciamo che dietro alle loro tifoserie si occulta la differenza vera, la differenza che intercorre tra i pochi sovrastanti e i molti sottostanti.
Perché c’è sì un problema di destra e sinistra. Certo. Ma, a guardare bene, c’è specialmente un problema di sovrastanti e sottostanti. Non per nulla i ricchi che ieri si dicevano di sinistra, cambiano oggi maglietta ma continuano a fare i milionari, e i milioni, in altre minestre ‘amminestrati’, rimanendo sempre a galla come l’olio.
Dopodiché i loro media donano ai rubagalline la celebrità, soprattutto quando possano sbattere il “socialista” in prima pagina.
Le loro opere di ‘misericordia’ sono sette: 1) Vendere armi a tutti i combattenti. 2) Invidiare la fama agli impiccati. 3) Sfregiare e spregiare gli offesi. 4) Bastonare gli umiliati. 5) Rubare l’unica mucca al contadino. 6) Arricchire i benestanti. 7) Sognare che per lor signori un altro cargo è possibile…
Ma non sarà mica in questo contesto che noi vogliamo dirci socialisti con le mani pulite?!
Noi, un gruppetto di migranti sottostanti superati, super-svaporati, ritardatari eterni, sconfitti traditi coperti di sterco dai sovrastanti. Ma…
Ma appunto socialisti e con le mani pulite!
Eccoci qua.
Osteggiati ignorati deprecati… Eppure ci siamo ancora, ancora per oggi, ancora per un poco. E nessuno potrà mai prevedere quando finirà la rava e la fava delle quali cantavano Enzo Jannacci e Paolo Rossi ne I soliti accordi di trent’anni fa. Ricordate?
I soliti accordi. (Quali accordi?) I soliti.
Do maggiore, la maggiore, la minore,
Re minore, sol settima, re minore...
Do maggiore, la maggiore, re minore,
La minore, sol settima, si minore...
In mezzo alla strada (Cosa c'è?)
Son tre coi forconi (ah, vabbe')
Ma i piccoli ladri li impiccano sempre
I grandi ladroni.
E pure, e tuttavia, e ciò nondimeno, e comunque sia eccoci ancora qua. Per dire e ribadire che la bandiera sventola ancora, e che i vecchi nobili ideali continuano ancora a possedere un loro senso preciso, quanto meno per questi quattro gatti dalla Nuova Zelanda alla Confederazione Elvetica, dagli Stati Uniti alla Francia all’America Latina e dall’Austria all’Australia, oltreché ovviamente dall’Italia all’Italia.
Siamo i parenti poveri che vi tirano il campanello: ancora una volta per la prima volta ci siamo autoinvitati a parlare senza museruola, e anzi adesso c’è persino il BLOG.
Insomma, L’Avvenire dei lavoratori si conferma per quel che è sempre stato durante la sua storia lunga 126 anni – durante la quale ci siamo felicemente guadagnati persino la riconoscenza de L’Avanti! che venne ospitato dall’ADL ai tempi in cui fu soppresso in Italia dal regime (e pensare che il “duce” ne era stato direttore dal 1912 fino al voltafaccia interventista del 1914).
Ciò premesso pro domo, dobbiamo entrare minimamente nel merito, aggiungendo due parole due sulla linea editoriale che intendiamo seguire. Come si sa, l’ADL è e resta l’organo della F.S.I.S., Centro socialista italiano all’estero, e quindi mantiene un orientamento ispirato alle idee di Giustizia e Libertà.
Ma all’assemblea della nostra Cooperativa, tenutasi sabato scorso, abbiamo ragionato anche intorno alla Questione ambientale. Con la determinazione di contribuire, per quel poco che ci sarà dato, al vasto movimento collettivo per la fuoriuscita dalle energie fossili in vista di una riduzione progressiva delle emissioni atmosferiche di anidride carbonica (CO2), fino al loro azzeramento. Su ciò seguiamo l’ispirazione eco-sociale del nostro amico Marco Morosini.
Le tradizionali energie alternative (eolica, solare e mareomotrice) si sono arricchite di una novità decisiva il 13 dicembre scorso, quando il Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti d'America ha annunciato che la tecnologia della FUSIONE NUCLEARE ha raggiunto la capacità di generare più energia di quella utilizzata per produrne.
A giudizio degli esperti, l’annuncio proveniente dagli USA contrassegna un punto di flesso nella storia. Esso prelude per esempio a una corposa apertura di credito in favore della nuova tecnica sperimentale, in grado di accelerarne la realizzazione su larga scala.
La fusione nucleare, che è una fonte pulita e sicura, non va confusa con la fissione nucleare, utilizzata invece nelle centrali atomiche convenzionali, le quali producono scorie radioattive e presentano il rischio di incidenti tipo quello sovietico a Cernobyl nel 1986 o giapponese a Fukushima nel 2011.
Però, bisogna essere ben consapevoli che il conseguimento dell’obiettivo predetto non presuppone “soltanto” una capacità tecnologica, per altro non completamente raggiunta, esso presuppone innanzitutto una grande, grandissima trasformazione sociale mondiale. Perché occorrerà, allo scopo, la cooperazione tra alleanze strategiche internazionali, ma anche tra le singole nazioni, e occorrerà altresì l’attivarsi della società civile globale, strutturata in un’infinità di associazioni, come pure la partecipazione di alcuni miliardi di persone sul pianeta in cui viviamo.
In modo particolare, bisogna essere consapevoli della necessità, assolutamente imprescindibile, della PACE. Questo, all’assemblea di sabato scorso, ci ha aiutato acutamente a contestualizzare Valentin Lustig, pittore e intellettuale di origine rumena che ci onoriamo di poter annoverare tra i nostri soci cooperatori.
Valentin Lustig, Susanna e gli altri due vecchioni, (2002), particolare.


