Come mille pietruzze attaccate ai tentacoli del polpo quando un uomo lo strappa dallo scoglio per cucinarselo in padella o sulla brace, – così la tempesta dello Ionio sbatte Ulisse contro un faraglione e il Re di Itaca vi si aggrappa disperato finché l'onda successiva non viene a trascinarselo via.

E allora mille pezzetti di pelle delle sue mani restano incollati a quella roccia… Ce lo racconta il cantore cieco Omero.

Tutto ciò accade diverse migliaia di anni fa, ma non molto distante da Cutro di Crotone.

È in questo Mare che l'eroe omerico reduce di cento battaglie e mille stratagemmi, uomo astutissimo e dal multiforme ingegno, rischia seriamente la pelle, e viene però salvato per il soccorso di Atena.

Dove sono finite le divinità degli antichi? E riuscirà il Dio unico di noi moderni a star dietro a tutto in un'epoca distratta e caotica quant'altre mai?

Fatto sta che a Cutro il numero tuttora provvisorio delle vittime per la Strage dello Ionio del 25 e 26 febbraio 2023 si attesta al di sopra delle 71 unità.

Le agenzie parlano di 80 individui salvati. Senonché – secondo Wikipedia (edizione inglese) – su quel barcone potrebbero essersi ammassate fino a duecento persone. Quindi, in realtà, noi a tutt'oggi ancora non sappiamo quanti siano i corpi dispersi tra le onde.

Marco Morosini leva la sua voce contro una strage infinita. Le organizzazioni umanitarie ci fanno un ripasso di numeri da genocidio. E persino Il sole 24 ore (vai al sito) titola: «Cimitero Mediterraneo: 26mila morti in dieci anni».

Mi domando che cosa direbbe di questa ecatombe umanitaria il mio illustre concittadino di Tolmezzo, il Professor Remo Cacitti, ahimè scomparso il 3 marzo dopo lunga malattia.

Umanista e storico insigne, pubblicò nel 2008 insieme a Corrado Augias presso Mondadori una fortunata "Inchiesta sul cristianesimo".

Ricordo, una vita fa, il padre operaio che era sceso dalla bicicletta e mi raccontava per strada, fierissimo, di quel figlio intellettuale il quale, nonostante la poliomielite, aveva saputo "emergere" all'Università Cattolica di Milano. Un modello per tutti noi più giovani. Poi Cacitti passò alla "Statale", dove assunse la cattedra di Storia del cristianesimo antico; e rinvio qui all'archivio di Radio Radicale, dove si può riascoltare un importante discorso su "Chiesa e potere" (vai al sito).

Ai tempi del terremoto in Friuli, se alle assemblee in tendopoli interveniva lui, arrancando sulla "erre", il chiacchiericcio di fondo finiva e calava il silenzio, perché quando prendeva la parola Remo Cacitti tutti drizzavamo le orecchie.

Un suo allievo milanese, il saggista, narratore e traduttore Davide Brullo ricorda su Pangea che: «Grazie al suo impegno – riconosciutogli, tra l'altro, in una premiazione pubblica, nel 2016 – il duomo di Venzone, intitolato a Sant'Andrea Apostolo, consacrato nel XIV secolo, sbrindellato dal terremoto, è stato ricostruito, pietra su pietra». E non per caso Remo ha voluto che le esequie si tenessero nel "suo" Duomo di Venzone.

Lui stesso per una vita aveva abitato in Via Meravigli a Milano, a pochi passi dalla Biblioteca Ambrosiana. Ancora di recente ci siamo scambiati libri e libretti. Per parte mia, gli mandavo alcune nostre pubblicazioni. E ricordo che lui ci tenne molto a farmi leggere Le ceneri di Epicuro, un titolo quasi gramsciano che – come annotò – "scrissi sull'utilizzo della filosofia antica nel cristianesimo delle origini".

Remo Cacitti, nato a Caneva di Tolmezzo il 13 maggio 1948, si è spento a Milano il 3 marzo 2023

E, dunque: che cosa avrebbe detto Remo Cacitti della Strage del 25 e 26 febbraio 2023?

Secondo me, non avrebbe mancato di osservare che si trattava di persone costrette ad abbandonare i loro Paesi, il Pakistan, l'Iran e l'Afghanistan.

Avrebbe probabilmente sottolineato che si trattava non di "clandestini" ma di veri e propri "profughi", posti perciò sotto l'egida del diritto internazionale.

Avrebbe aggiunto sui "profughi" che sono da considerarsi "sacri" per antonomasia all'interno di ogni tradizione culturale o religiosa d'Occidente negli ultimi duemila anni. Ma questa è solo una supposizione, ovviamente.


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