Mentre si scava tra le macerie in cerca dei superstiti, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan ha visitato oggi le città devastate dal terremoto di Kahramanmaras e Hatay, oltre che a Pazarcik, epicentro del sisma. Parlando con i giornalisti, riporta la Bbc, Erdogan ha riconosciuto che ci sono stati problemi con la risposta iniziale all’emergenza, ma ha insistito sul fatto che la situazione ora è “sotto controllo”.

Dopo aver aggiornato il bilancio dei morti e dei feriti, si parla di oltre 11mila vittime tra Turchia e Siria, Erdogan ha cercato di tranquillizzare il popolo turco circa i lavori di ricostruzione della regione: “Il nostro obiettivo è realizzare entro un anno operazioni di costruzione massiccia di alloggi nelle 10 province proprio come abbiamo fatto in altre province dove abbiamo subito disastri”. “Abbiamo mobilitato tutti i nostri mezzi. Spero che daremo un sostegno certo alle nostre famiglie. Al momento, abbiamo previsto di consegnare 10mila lire turche (500 euro) a ciascuna famiglia”, ha proseguito Erdogan, garantendo che nessun cittadino “rimarrà senza un alloggio”.

Intanto il leader dell’opposizione turca attacca duramente Erdogan: “Se c’è una persona responsabile di questo, è Erdogan”. È quanto afferma Kemal Kilicdaroglu. Lo riporta la Bbc. Kilicdaroglu ha attribuito la devastazione al governo ventennale di Erdogan, dicendo che non aveva preparato il Paese a un disastro e accusandolo di aver speso male i fondi. In un video pubblicato su Twitter, ha inoltre promesso che non incontrerà il presidente Erdogan “su nessuna piattaforma”, accusando il governo di condurre un “lavoro di pubbliche relazioni” dopo il terremoto. Allo stesso tempo Twitter è stato limitato in Turchia, secondo quanto riferisce l’osservatorio Internet Netblocks citato dall’agenzia Reuters. Netblocks, che tiene traccia della connettività in tutto il mondo, ha scritto: “I dati di rete in tempo reale mostrano che Twitter è stato limitato in Turchia; il filtro viene applicato dai principali fornitori di servizi di rete e arriva mentre la popolazione fa affidamento sul servizio” offerto dalla piattaforma statunitense per affrontare l’emergenza

La devastazione ha portato nelle relazioni tra Siria e Libano, un primo timido disgelo nelle relazioni tra Siria e Libano. Secondo il sito Asia News una delegazione ministeriale composta dal capo della diplomazia Abdallah Bou Habib e dai ministri uscenti Ali Hamiye’ (Lavori pubblici), Hector Hajjar (Affari sociali) e Abbas Hajj Hassan (Agricoltura) parte oggi alla volta della Siria per una visita ufficiale. Al centro della missione, le “possibilità di aiuto dei libanesi nel quadro delle operazioni di soccorso in atto”. Un passo significativo, se si considera che le relazioni fra Siria e Libano sono congelate dalla fine del 2011.

Oggi l’Unione europea ha stanziato i primi fondi per la Siria. La Commissione europea ha stanziato un’assistenza umanitaria d’emergenza iniziale di 3,5 milioni di euro per la Siria per aiutare le persone bisognose ad accedere a alloggi, acqua e servizi igienici, sanitari e vari prodotti di cui hanno attualmente bisogno, nonché per sostenere le operazioni di ricerca e soccorso. Per la Turchia sono stati stanziati altri 3 milioni di euro.


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