Un mese fa la "Giornata Cooperativa 2023", ultimo appuntamento pubblico alla St. Jakobstrasse di Zurigo, sede dalla quale il Coopi è uscito a fine maggio in attesa di trovare un nuovo locale in proprietà. La Giornata è stata arricchita dalla presenza di personalità del mondo politico e della cultura. I testi dei numerosi interventi verranno raccolti e pubblicati in un quaderno dell'ADL. Anticipiamo qui di seguito ampi stralci dell'intervento tenuto da Anna-Maria Cimini, presidente del Concistoro Valdese di Zurigo.

Vi ringrazio vivamente per l'invito alla «Giornata cooperativa 2023»… Tutti noi ci auguriamo che la giornata di oggi segni solo una chiusura temporanea del Cooperativo, un passaggio e l'inizio di un nuovo impegno civico e politico.

La Società Cooperativa Italiana (Coopi) e le Colonie Libere Italiane (FCLIS) sono stati e restano due riferimenti imprescindibili della lotta al fascismo non solo tra gli italiani in Svizzera, ma anche a livello europeo e mondiale. Lo dimostrano le azioni, gli interventi e le mobilitazioni che le nostre due organizzazioni hanno messo in atto durante molti decenni.

Dopo il forte impegno comune e la nostra attiva partecipazione alla guerra partigiana, dopo la definitiva sconfitta del nazifascismo, abbiamo continuato a lottare insieme per la libertà e la democrazia ovunque i diritti degli uomini e delle donne fossero o siano ancora minacciati. Questo valeva ieri per l'indipendenza dei popoli e vale ancora oggi per i perseguitati in tanti Paesi a regime totalitario e dittatoriale.

Come ha documentato il nostro Tindaro Gatani, presidente onorario della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera, nel suo recente saggio intitolato Colonie Libere Italiane in Svizzera antifasciste per nascita e vocazione, la FCLIS ha per statuto il compito inscindibile di lotta a tutti i soprusi politici e a tutti i fascismi.

Le origini della FCLIS sono strettamente legate al Coopi. Fu nella sua sede, alla Militärstrasse 36, che Fernando Schiavetti, tra i fondatori della FCLIS, ebbe, nel 1943, l'idea di aggregare le Colonie Libere Italiane allora esistenti in Svizzera in un'unica Federazione per meglio coordinare e rafforzare il sostegno ai partigiani impegnati nell'Italia settentrionale contro le forze nazifasciste. Fin dal suo primo arrivo a Zurigo, nel 1931, Schiavetti fu accolto dal Coopi, dove fondò una scuola in opposizione a quella statale fascista della Casa d'Italia, e che chiamò "Scuola di Emancipazione proletaria", dove insegnò per oltre un decennio, sostenuto sempre dalla moglie Giulia Bondanini, anch'essa insegnante. (…)

Giulia Bondanini insieme al marito Fernando Schiavetti a Zurigo (ca. 1936) e alle figlie, Annarella e Franca, con le quattro figlie di Nenni: Giuliana, Eva, Vittoria e Luciana.

Oggi assistiamo forse alla crisi più grave dalla Seconda guerra mondiale: la guerra in Ucraina, una crescente disuguaglianza sociale, la pandemia, il riscaldamento globale, la carenza di energia (seppur affievolitasi) e acqua, le tensioni tra grandi potenze (Stati Uniti e Cina), l'inflazione. Si è venuto a creare uno stato di depressione tale che sta facendo affiorare nella società movimenti che tendono chiaramente a derive sempre più illiberali, a un lento e mirato smantellamento delle strutture democratiche e all'imporsi di Stati autocratici. Stati in cui si sta affermando il sovranismo, dove le migrazioni diventano un elemento divisivo nel dibattito pubblico, dove l'ideologia della supremazia bianca si sta diffondendo tramite i social media e le retoriche antiimmigrati e pro-bianchi si stanno facendo strada nella politica e nella società.

Il nostro impegno, quello del Cooperativo e delle Colonie Libere, ma in senso più generale, di tutte le forze progressiste e democratiche non è esaurito. In vari Paesi si stanno insediando partiti cosiddetti populisti e nazionalisti. In Paesi, fino a qualche anno fa considerati democratici, a partiti, movimenti e persone con una visione espressamente conservatrice, caratterizzati da un orgoglio nazionalistico e dalla totale fedeltà alla patria è stato possibile tramite elezioni democratiche ottenere il potere.

Vediamo solo qualche esempio, limitandoci all'Europa e dintorni:

Ungheria: le elezioni tenutesi l'anno scorso hanno confermato la quarta vittoria consecutiva di Viktor Orbán che ha consolidato la sua ascesa nel 2010. La conversione a una «democrazia» illiberale in Ungheria si è sviluppata nel tempo con il controllo dei media, dove l'opposizione non appare e con l'utilizzo dei fondi statali per finanziare la campagna elettorale del partito di Orbán.Un altro esempio è la Turchia: Recep Tayyip Erdoğan, arrivato al potere nonostante strutture democratiche e liberali, ha fatto della Turchia un Paese autocratico, creando meccanismi di controllo centralizzati e di erosione dei diritti fondamentali e dello stato di diritto con un governo che esercita un potere straordinario per mettere a tacere i media e arrestare o isolare gli oppositori politici. Dopo le elezioni di domenica scorsa ci sentiamo probabilmente disillusi. Ma anche in Turchia il problema di fondo è il sistema, antidemocratico, privo di una reale separazione dei poteri, privo di libertà politica, di stampa.

La Finlandia – un Paese da sempre ritenuto all'avanguardia per quanto concerne i diritti sociali, civili e politici, dove le donne godono del diritto di voto fin dal 1906 e il partito più importante è sempre stato quello Socialdemocratico – oggi è governata dalla destra in coalizione con l'estrema destra.

La situazione in Svezia è simile: Anche in questo Paese l'influenza dei socialdemocratici è sempre stata molto marcata. Oggi, un partito di estrema destra, nazionalista, xenofobo con origini fasciste è secondo partito e darà un supporto esterno al governo. Arriviamo all'ultimo esempio, quello dell'Italia che è sotto gli occhi di tutti. Un governo che si dichiara di destra, che non è una destra liberale, e che utilizza gesti, parole e simboli fascisti.

Sull'Italia vorrei solo ricordare le parole scritte da Annalisa Savino, preside del Liceo Leonardo da Vinci di Firenze, dopo il brutale pestaggio, in città, di alcuni studenti dell'Istituto Michelangiolo da parte di sei picchiatori del movimento di destra «Azione studentesca». La professoressa Savino scrive ai suoi ragazzi: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate di migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. "Odio gli indifferenti", diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee.»

Anna-Maria Cimini (Voce Evangelica)

Io credo che la sinistra italiana in Svizzera, oggi più che mai, ha il dovere di opporsi in modo fermo e deciso a chi vuole stravolgere le regole democratiche. Abbiamo il dovere di sensibilizzare le nuove generazioni che, fortunatamente hanno poca dimestichezza con i valori e i simboli nazisti o fascisti. Ma proprio a causa della loro non conoscenza tendono a non percepire la vera portata di certi simboli, di determinate azioni o dell'utilizzo di un linguaggio impregnato di propaganda fascista. Sono molto felice che il Consiglio nazionale elvetico, qualche giorno fa, abbia approvato a larga maggioranza la mozione di Marianne Binder di vietare l'utilizzo dei simboli nazisti in pubblico. Sono sconcertata, invece, del fatto che il Consiglio federale avesse respinto la mozione, prima che essa fosse discussa in Parlamento.

Il nostro impegno deve essere esemplare, una reazione morale. A tutte e tutti noi e alle persone, memori dei disastri del passato e della guerra, spetta un compito: continuare a svolgere il nostro lavoro, di informazione e di sensibilizzazione, volto ad affermare i valori di libertà, i diritti e la democrazia nella società di oggi. (…)

Anna-Maria Cimini - Presidente del Concistoro della Chiesa valdese di Zurigo, già presidente della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS)


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