Chiediamo la modifica della legge elettorale per le prossime elezioni
Alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia
Al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
Il 2 e il 3 aprile si rinnovano il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e i consigli comunali di molti comuni della regione.
Le consultazioni elettorali si terranno ancora una volta senza la possibilità di poter esprimere la doppia preferenza di genere. La Regione Friuli Venezia Giulia ancora una volta non si è adeguata a quanto previsto dalla legge n. 20 del 2016, recante disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali e comunali disattendendo oltre che la legge i principi stessi della nostra Costituzione che con l’art. 3 ha sancito di garantire l’effettiva eguaglianza tra i cittadini e le cittadine e con l’art. 51 di promuovere attraverso azioni positive e virtuose l’accesso alle cariche pubbliche ed elettive. (…)
La maggior parte delle Regioni, ha adeguato il proprio sistema elettorale per garantire l’attuazione del principio Costituzionale e in attuazione dell’art. 117, co. 7 Cost., hanno introdotto nei nuovi statuti e nelle leggi elettorali disposizioni specifiche per favorire la parità di accesso alle cariche elettive, prevedendo quali misure prevalentemente la doppia preferenza di genere e le cosiddette quote di lista, vale a dire l’obbligo di inserire nelle liste di candidati una quota minima di candidati del genere meno rappresentato, variabile tra 1/3 e la meta`.
Solo le Regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta non hanno sentito la necessità e l’urgenza di modificare la legge elettorale per garantire una maggiore rappresentatività del genere femminile nei loro Consigli Regionali. Ancora una volta quindi nella Regione Friuli Venezia Giulia si andrà al voto senza uno strumento che renda concreto il soddisfacimento della democrazia paritaria.
Chiediamo quindi ai Presidenti delle Regioni che non ancora hanno adeguato il loro sistema elettorale alla legge n. 20 del 2016, un atto di responsabilità per rendere finalmente compiuto il sistema rappresentativo. Si tratta di un atto di democrazia di quei territori: il sistema elettorale va adeguato per garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali e locali.
Come donne chiediamo, altresì, al Presidente del Consiglio, ai Ministri competenti in indirizzo e al Governo, di adoperarsi affinché sia colmato il gap di democrazia presente in queste Regioni a causa della scarsa rappresentanza delle donne nelle Istituzioni e auspichiamo, quindi, che siano assunte decisioni che aiutino a colmarlo.
Per gli “Stati Generali delle Donne”
Isa Maggi, coordinatrice nazionale degli Stati generali delle Donne
Maria Lippiello, in rappresentanza del Comitato Scientifico
Roma, 20 marzo 2022
