Cara Redazione ADL,

nel 2019 si segnalavano ai presidenti delle Camere problemi nella legge elettorale europea. Nessuno di quei problemi è stato frattanto risolto… Mentre altri ne sono emersi in stesura di ricorso per la minoranza linguistica non considerata dalla legge europea, che considera unicamente il francese della Val d'Aosta, il tedesco della Provincia di Bolzano e lo sloveno del Friuli Venezia Giulia e non le dodici cui fa menzione la legge n. 482/1999 di attuazione, molto tardiva (51 anni), dell'art. 6 Cost.

Per inciso: ci sono tre minoranze linguistiche con un numero di parlanti ben più elevato rispetto a quello delle lingue minoritarie privilegiate dalla legge n. 18/1979.

La prossima elezione ha un solo elemento di incertezza rispetto a quelle del 2009, 2014 e 2019: che non saremo in grado di prevedere nome e cognome del Capolista SVP nella II Circoscrizione europea, perché l'on. Dorfmann, avendo tre mandati alle spalle non potrà ripresentarsi.

La legge elettorale per il Parlamento vigente (legge n. 165/2017 + n. 51/2019 + legge cost. n. 1/2020) è, insomma, la nostra legge Acerbo. Il quale Acerbo non apparteneva al PNF (come Rosato non appartiene a FdI).

La legge Acerbo fu approvata nel 1923 da un Parlamento in cui i fascisti erano appena 35 su 530 membri. Sola differenza: la legge Acerbo attribuiva come premio i due terzi, cioè il 66% dei seggi, mentre questa nostra oggi solo il 60%. Salvo che il suo meccanismo potrebbe arrivare anche ai due terzi. Non mi dilungo in tecnicismi, ma è così. Ritengo urgente discuterne. Ho fatto una proposta in questo senso alla Fondazione Basso che ha mostrato sensibilità democratica. Ma ora chiedo a tutti le/gli interessate/i di darci una mano ad avviare un dibattito. A me sembra urgente.

On. Felice Besostri, Milano

Web: https://www.felicebesostri.it/


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