Il 22 marzo si celebra il World water day, tra fenomeni globali di siccità e desertificazione, dispersione record dalle reti e aumenti in bolletta
Dovremmo festeggiarla, ma di fatto c'è poco da festeggiare. La Giornata mondiale dell'acqua, che è stata istituita dall'Onu nel 1992 e si celebra in tutto il mondo il 22 marzo, arriva in un momento in cui i cambiamenti climatici e l'emergenza siccità non hanno smesso di mettere in ginocchio l'Italia dalla scorsa estate.
Il 2022 è stato dichiarato dalla Società meteorologica l'anno "tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni", con un saldo negativo pluviometrico complessivo del 30 per cento. Il 2023 è stato finora il più caldo di sempre: il Cnr rileva come a gennaio e febbraio si sia misurata una temperatura di 1,44 gradi più alta rispetto alla media storica dei primi due mesi.
Siccità preoccupante - Il Nord continua a soffrire, con precipitazioni al di sotto della media nel primo bimestre, il Po in affanno e i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento dal 19 per cento del lago di Como al 36 per cento del lago di Garda, fino al 40 di quello Maggiore.
Una situazione allarmante che non riguarda soltanto il nostro Paese: secondo l'ultimo rapporto del Joint Research Centre della Commissione europea, gli impatti della siccità sono già visibili in Francia e Spagna oltre che nell'Italia settentrionale, e sollevano preoccupazioni per l'approvvigionamento idrico per uso umano, l'agricoltura e la produzione di energia. (continua sul sito)
