Scioperi confermati – Il segretario generale Landini dopo l'incontro col governo: "Indisponibili a modificare la legge di bilancio. Niente sui salari, contro la precarietà e l'evasione. Così si impoverisce il mondo del lavoro". Perciò "abbiamo confermato il nostro giudizio negativo sulla manovra". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell'incontro tra governo e sindacati sulla legge di bilancio. Le critiche in particolare sono su sei punti: "Potere d'acquisto, salari che non aumentano, pressione fiscale sui salari stessi, perché 85 lavoratori su 100 nel nostro Paese vivono con meno di 35.000 euro lordi l'anno. Nulla è cambiato rispetto a prima". Poi, ha proseguito il leader di Corso d'Italia, "c'è il tema della precarietà: togliere i voucher non è sufficiente, bisogna cambiare il mercato e cancellare tante forme precarie assurde che ancora ci sono. Serve una vera lotta all'evasione fiscale, la logica della flat tax è sbagliata e aumenta le differenze, penalizza i lavoratori. E bisogna intervenire su tutto ciò che non viene fatto nella lotta all'evasione".
Profonde distanze - "Abbiamo chiesto di cambiare sulla sanità pubblica, scuola e servizi - ha aggiunto -; occorre aumentare le risorse e fare assunzioni. Inoltre mancano politiche industriali adeguate per fare un piano energetico degno di questo nome". La linea dell'esecutivo insomma non soddisfa: "Le risposte hanno confermato profonde distanze su fisco e precarietà, così come sulla tutela del potere d'acquisto. Alle nostre richieste non ci sono state risposte, hanno detto solo che devono vedere in base alle risorse disponibili".
La mobilitazione continua - Il sindacato continua dunque la mobilitazione: "È necessario continuare la mobilitazione in campo per chiedere ampie modifiche ad una manovra che rischia di indebolire il mondo del lavoro. La mobilitazione è in atto a livello territoriale fino al 16 dicembre, insieme alla Uil, e viene confermata - ha ricordato il segretario -. Sono scioperi generali regionali, territorio per territorio, perché ora è il momento di coinvolgere i lavoratori ma anche gli enti locali, perché così i Comuni e le Regioni dovranno tagliare i servizi o aumentare le tasse. Per colpa di una manovra sbagliata".
Un passaggio quindi sulle pensioni. "Abbiamo avuto una disponibilità alla rivalutazione molto generica. Quota 103 è il ritorno alla Fornero, e su questo non c'è stata alcuna disponibilità". Fare le riforme indispensabili, "significa cercare una mediazione con tutte le parti sociali: bisogna cambiare il fisco e ridurre la pressione fiscale su lavoratori dipendenti e pensionati, soprattutto davanti al caro bollette, ed è assurdo che su questo il governo non sia disponibile. Siamo davanti a un provvedimento che addirittura peggiora le misure di Draghi, dicono che non ci sono risorse ma abbiamo già detto che vanno prese nelle decine di milioni di extra profitti".
Affrontare i bisogni veri - Interpellato sulle minacce ricevute dalla premier Meloni, infine Landini ha risposto: "Noi tutti nell'incontro abbiamo condannato pubblicamente questi episodi, esprimendo piena solidarietà alla presidente del Consiglio. Detto ciò, il governo ha uno strumento per evitare che la rabbia aumenti: rispondere ai bisogni delle persone. Che governino. Anziché portare il contante a 5.000 euro, è meglio se lo mettono in tasca a chi non ce l'ha. Se invece continuano a favorire gli evasori, a fare la flat tax, a colpire i redditi più bassi, allora la rabbia monta, scende il consenso del governo e noi andremo in piazza sempre di più", ha concluso.
