INVASORE. A volte si dimentica che le guerre vengono sovente scatenate in nome di fumosi pretesti come appunto sta accadendo ora in Ucraina. E che di solito finiscono malissimo. Ormai sono mesi e mesi che la popolazione di quel martoriato Paese, pagando un prezzo altissimo, si chiede perché una mattina si è trovata l’invasore in casa. Di quali colpe si è macchiata l’Ucraina per meritarsi una sorte simile? L’ultima tesi, per altro non nuova, è che l’annessione illegale della Crimea da parte di Mosca sia la chiave di tutto. Ciò che si può dire è che la penisola, da secoli considerata uno snodo di potere cruciale in quella parte del globo, rappresenti una meta strategica molto ambita. Chi la controlla non solo potrebbe muoversi da padrone degli equilibri regionali e internazionali in un perimetro tra il Mar Nero e il Mar d’Azov, ma diventerebbe pure l’ago della bilancia su una scacchiera incandescente in cui la geografia conta quanto gli eserciti. Appare quindi impensabile che il Cremlino – benché in evidente difficoltà e pure a corto di uomini, mezzi e risorse finanziarie – accetti di ritirarsi in buon ordine senza voler imporre le proprie condizioni al negoziato. La sua ondeggiante posizione su un’ampia regione del mondo che arriva fino all’Oceano indiano è un trampolino che Mosca non intende cedere per non pregiudicare i suoi commerci, le sue alleanze e le sue attività militari. A meno che… Già, a meno che le prossime elezioni nella Federazione Russa non confermino che il consenso per Putin sia davvero in calo, come sostengono i sondaggi. Nel qual caso, le carte in tavola potrebbero cambiare bruscamente, da un giorno all’altro, e portare il novello “Zar” a incassare una sconfitta bruciante in una guerra cominciata male e che non promette di finire meglio. Vedremo chi avrà l’ultima parola in questo conflitto moralmente inaccettabile.

VIRGOLA. Siccome la storia è fatta anche di curiosi aneddoti su eventi mai veramente accaduti, ma a loro modo esemplari, eccone uno. Tra i racconti oramai proverbiali, è spesso citata la sorte di un messaggio uscito letteralmente stravolto nel suo significato originale a causa di una virgola collocata al posto sbagliato. Ma come, obietterà qualcuno. A Kiev, a Odessa e in altre località non meno famose ferite dal fuoco nemico, è a dir poco irriverente evocare i danni di una “virgola”. Giusto.

Ma torniamo all’aneddoto di cui sopra e forse capiremo meglio. Accadde insomma che a un certo momento uno dei segni di interpunzione più utilizzati, ma anche più trascurati, decidesse di spostarsi nel bel mezzo di una frase con conseguenze spaventose. Nel testo inviato da un Presidente al suo generale al fronte si poteva infatti leggere nella versione originale: “Pace, impossibile lanciare missili”. Ma per una virgola che era dove non doveva assolutamente trovarsi, il destinatario lesse invece: “Pace impossibile, lanciare missili”. E scoppiò la guerra mondiale. È solo un aneddoto, d’accordo. Ma la coincidenza con quanto avviene nella realtà a causa di una virgola buttata a casaccio è piuttosto evidente. Un poco di grammatica meno approssimativa avrebbe forse risparmiato al popolo ucraino tante sofferenze inutili.


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