In vista delle elezioni europee, la Lega non aderirà al partito dei Popolari europei. Matteo Salvini ha chiuso il dibattito sul tema, spiegando che un eventuale ingresso del suo partito nel gruppo al quale aderisce Forza Italia non è all’ordine del giorno.
Nelle interviste rilasciate, il capo del partito di via Bellerio ha escluso una prossima adesione della Lega ai Popolari europei, possibilità di cui si parla da anni, quantomeno da prima delle scorse europee del 2019, ma che in realtà finora non è mai apparsa, da entrambe le parti, un’ipotesi realizzabile; malgrado essa venga vista con differenti sensibilità dai ‘big’ leghisti, mentre una parte dei dirigenti, come il vice segretario Giancarlo Giorgetti e i governatori Attilio Fontana e Luca Zaia si siano detti nel tempo a favore di un avvicinamento ai Popolari europei.
Nel colloquio con un quotidiano trentino, Salvini esclude l’ipotesi di un ingresso nel Ppe ma conferma che intende “continuare a lavorare per un accordo tra tutti i partiti di centrodestra a Bruxelles, con l’obiettivo di rendere ancora più incisive alcune battaglie”.
Salvini critica aspramente i popolari: “Negli ultimi anni abbiamo assistito all’asse tra Ppe e Socialisti: non credo piaccia agli elettori moderati di centrodestra. Il Ppe cosa pensa dell’utero in affitto, che io ritengo un abominio, oppure delle restrizioni al settore automotive, che mettono in ginocchio imprese e lavoratori europei? Di certo proprio perché ci sono temi determinanti che passano sui tavoli europei mi impegno affinché la Lega faccia pesare il proprio consenso”.
L’altro tema che la Lega solleva è quello del Metropol. Per il secondo giorno, il quotidiano “La Verità” parla di una presunta ‘macchinazione’ mediatica sul caso per danneggiare politicamente Salvini.
Il caso riguarda i presunti tentativi di trattativa, all’Hotel Metropol di Mosca nell’ottobre 2018, tra il presidente dell’associazione Lombardia-Russia, Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda, l’ex bancario Francesco Vannucci e tre presunti intermediari russi su una compravendita di petrolio che, stando a un audio, avrebbe dovuto avere lo scopo di alimentare le casse della Lega. Ma le accuse di corruzione internazionale sono state archiviate da poco dalla Procura di Milano.
Ora, “La Verità” ricostruisce contatti tra la stampa e uno dei presunti mediatori. Da via Bellerio si commenta: «La macchinazione contro la Lega organizzata al Metropol, diventata una clava per colpire uno dei principali partiti italiani prima delle ultime Europee, si fa sempre più grave e sconcertante con le nuove rivelazioni de “La Verità”: a questo punto è quanto mai necessario un intervento del Copasir».
Silvio Berlusconi afferma: “Esprimo solidarietà all’amico Matteo Salvini per gli attacchi che è stato costretto a subire per anni a fronte di una singolare inchiesta conclusasi, come troppo spesso accade, in un nulla di fatto. So bene cosa significhi subire processi politici e mediatici intentati quando non si riesce a sconfiggere l’avversario nelle urne e si preferisce farlo con la macchina del fango e quella giudiziaria. Sono sempre stato certo dell’onestà di Matteo cui mi lega un rapporto di profonda e sincera amicizia”.
Per quanto riguarda invece il dossier europeo, quella dettata da Salvini è la linea emersa dall’ultimo consiglio federale, il 29 maggio scorso, dove, dopo il confronto della prima riunione a inizio mese, il massimo organo esecutivo del partito ha dato pieno mandato a Salvini di avviare una serie di incontri a 360 gradi in vista delle Europee del 2024 con la seguente motivazione: “L’auspicio è costruire un centrodestra alternativo alla sinistra, così come avvenuto in Italia e nelle recenti elezioni amministrative in Spagna”.
Quindi, no all’ingresso nel Ppe, ma comunque dialogo a 360 gradi. A Strasburgo, la Lega aderisce al gruppo sovranista “Identità e Democrazia” fondato insieme al Rassemblement national di Marine Le Pen di cui fanno parte anche i tedeschi del partito di estrema destra AfD.
Un tentativo di creare un maxi-gruppo di centrodestra fu già avviato da Salvini nella primavera del 2021, con una serie di incontri avviati con i polacchi del Pis – nei “Conservatori europei” (ECR), insieme a Giorgia Meloni – e con il primo ministro ungherese Viktor Orban, che poi fu costretto a lasciare il PPE.
Il tentativo di dar vita al maxi-gruppo si interruppe dopo pochi mesi, anche per la contrarietà di Meloni, non disposta a perdere la guida dell’ECR. Nell’intervista al quotidiano trentino, Salvini ‘blinda’ la ricandidatura del leghista Maurizio Fugatti in Trentino Alto Adige. Infine, parla di Pnrr e riforme spiegando: “A me piace l’idea del premier eletto direttamente dagli italiani con la sfiducia costruttiva per evitare inciuci e governi contrari alla volontà popolare come troppe volte successo in passato”.
Appare chiaro che il governo di centrodestra della Meloni, a Bruxelles è diviso in tre. Da una parte la Lega che aderisce al gruppo sovranista “Identità e Democrazia” (con chiare connotazioni razziste), Fratelli d’Italia che aderisce all’ECR, capeggiato dalla Meloni, e infine Forza Italia che aderisce al PPE. Posizioni politiche spesso inconciliabili tra loro. Pertanto, il governo della Meloni, se è uno in Italia, diventa trino in Europa. Mistero della fede?
