Da “Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo” riceviamo e pubblichiamo

Il tribunale di Istanbul ha rinviato a settembre il dibattimento per il processo contro la scrittrice Pinar Selek.

Il giudice competente ha mantenuto in piedi il mandato di cattura internazionale nei suoi confronti. Sociologa, antimilitarista e militante, Selek è accusata di una strage terroristica che non ha mai avuto luogo.

Per il suo lavoro di sociologa ha condotto ricerche sulle minoranze etniche in Turchia, armeni e curdi. Per questo è stata accusata di rapporti con il PKK, partito di Lavoratori del Kurdistan. La storia del suo arresto risale al 1998, dopo una sua ricerca condotta intervistando alcuni combattenti curdi.

È stata torturata per ottenere i nomi degli intervistati, ma nell’impossibilità di condannarla per via giudiziaria, le forze di sicurezza l’hanno accusata di essere l’autrice di un incendio, avvenuto qualche giorno prima del suo arresto nel bazar di Istanbul, che aveva causato 7 morti.

In Tribunale è stata assolta, perché è stato dimostrato che l’incendio era stato causato dallo scoppio di una bombola di gas difettosa e non un atto terroristico. Selek è stata rilasciata su cauzione nel 2000 ed è stata assolta dall’accusa di terrorismo per ben 4 volte.

Nel 2009, la ricercatrice si è rifugiata in Francia. Lo scorso gennaio, in piena campagna elettorale, la cassazione ha riaperto di nuovo il suo caso annullando l’assoluzione ed emanando il mandato internazionale di arresto.

(Leggi il comunicato dei collettivi di solidarietà; in francese).


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