Elly Schlein si è definita ambientalista, femminista e socialista nel discorso di candidatura al MONK di Roma del 4 dicembre scorso, molto bene, sono punti indispensabili per una sinistra nuova. Ma ci sono alcuni “ma”…

Enzo Balmelli è una firma storica de L’Avvenire dei lavoratori di Zurigo, la più antica rivista del movimento operaio e socialista in lingua italiana, fondata nel 1897, un anno dopo l’Avanti!, storico quotidiano socialista, e che non ha mai interrotto le pubblicazioni, ora diretto da Andrea Ermano, socialista e filosofo, come Fulvio Papi.

Ora, l’8 dicembre Balmelli saluta con simpatia la candidatura di Elena Schlein in una delle sue SPIGOLATURE: “

PARAMETRI. Come la premier che ama presentarsi con lo squillante “Io sono Giorgia”, pure Elly Schlein, aspirante alla guida del Pd, saluta con un caloroso “Io sono Elly”. E lo fa rivendicando il suo orgoglio di essere di sinistra-sinistra, senza arretrare di un passo. La qualcosa ha già mandato in fibrillazione la maggioranza che replica con un titolo da guerra fredda: “Altro che dem... tornano i comunisti”. Vabbè, è il solito, logoro ritornello per nascondere le proprie magagne. Il curriculum della candidata Elly Schlein (nata a Lugano, tripla cittadinanza italo-svizzera- americana, giovane ambientalista militante e bisessuale dichiarata) indubbiamente è lontano anni luce dai parametri della destra. E va bene così. Anche in casa tuttavia non avrà vita facile. Nella campagna congressuale già si schierano le cordate e non saranno all’insegna del “vogliamoci bene”. Nella traballante impalcatura della sinistra, la sua candidatura, piaccia o non piaccia segnerà l’inizio di una nuova storia stuzzicante per il futuro del Pd, comunque andrà a finire. Dopo il trauma elettorale, c’è molto da fare per risalire la china e ritrovare il ruolo di primo piano che spetta alla sinistra con tutti i suoi valori.

La sua candidatura è state resa possibile da una fase costituente, che si è aperta anche a non iscritti, anche se la Schlein, ha annunciato la sua iscrizione, anzi re-iscrizione, in quanto già iscritta al PD dalla fondazione il 14 ottobre 2007, circostanza sfuggita alla Lucia Annunziata, come anche il fatto, che come candidata del PD, è stata eletta nell’ottava legislatura del Parlamento europeo (16-10-2014 / 01-07-2019), la seconda con la soglia di accesso del 4% introdotta dall’accoppiata PD- FI, dei relatori Ceccanti e Malan (quest’ultimo passato nel frattempo a Fratelli d’Italia) con la legge 20 febbraio 2009, n. 10, con pochi mesi d’anticipo delle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 le ultime prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° dicembre 2009. Una scelta espressamente motivata dall’obiettivo, messo a verbale dei lavori parlamentari che non potessero ritrovare agibilità politica le forze escluse dal Parlamento italiano con le elezioni del 2008, cioè le forze di ogni espressione di Sinistra, da LA SINISTRA ARCOBALENO (3,08%) al PARTITO SOCIALISTA (0,98%), che pure insieme avrebbero superato la soglia, come l’avrebbero superata entrambi, se in coalizione con il PD (bastava superare la soglia del 2%, ovvero essere il miglior partito sotto tale soglia) , e invece il PD scelse come unico partner L’ITALIA DEI VALORI dell’ex PM di Mani Pulite Di Pietro, il secondo dopo l’UOMO QUALUNQUE di Giannini, ma sfortunatamente non l’ultimo partito populista d’Italia.

La soglia d’accesso nazionale introdotta con la legge n. 270 del 21 dicembre 2005 (Porcellum) poco più di quattro mesi prima delle elezioni del 9 e 10 aprile del 2006, era stata adottata in chiara violazione del Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale del 2002, la quale prescriveva che non potessero essere introdotte modifiche, rilevanti in materia elettorale, se non almeno un anno, cioè dodici mesi, prima della data delle elezioni. Tuttavia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, cui fecero ricorso gli avvocati (ricorsi Bozzi nn. 35953/08, 20598/08 e 20671/08), che avevano impugnato il Porcellum, dichiarato incostituzionale nel 2014, in quell’epoca era ancora ferma nel tollerare soglie d’accesso del 10% (adottate dalla Turchia per impedire la rappresentanza autonoma dei Curdi, sent. Yumak e Sadak c. Turchia [GC], n. 10226/03, § 109, CEDU 2008) (cfr. sent. del 13 marzo 2012, C.E.D.U., Seconda Sezione, Saccomanno e altri vs. Italia). Soltanto con le successive sentenze EKOGLASNOST vs. Bulgaria, No. 30386/05, C.E.D.U. Quarta Sezione, 6 novembre 2012 e CEGOLEA vs. Romania, No. 25560/13, C.E.D.U. Quarta Sezione, 24 Marzo 2020 il Codice di Buon Comportamento è stato assunto come parametro per accertare le violazioni dell’art. 3 del Primo Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma, come si può vedere, la Corte EDU non può impedire le elezioni con norme illegittime. Il primo numero indica anche l’anno di presentazione del ricorso EKOGLASNOST nel 2005 e CEGOLEA nel 2013, quindi la decisione di accoglimento interviene 7 anni dopo la presentazione del ricorso. Le decisioni negative, come quella sul Porcellum, affidata a diversa Sezione sono di norma più rapide, nel caso di specie quattro anni, ricorsi del 2008, decisione del 2012 con motivazione sorprendente, cioè che la CEDU non riguardava i diritti politici, giurisprudenza rettificata dalla più recente sentenza Corte EDU, Gr. Ch. del 10 luglio 2020, MUGEMANGANGO vs. Belgium (ric. n. 310/15).

Il Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale è stato anche violato nelle elezioni del 25 settembre 2022, nelle quali Elena Ethel “Elly” SCHLEIN è stata eletta, sempre in una lista aperta del PD, alla Camera dei Deputati, dopo che era stata eletta in EMILIA ROMAGNA nel 2020 in una coalizione guidata dal PD. Infatti, con l’art. 6-bis decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41 convertito con modificazioni dalla legge 30 giugno 2022, sono state esentate dalla raccolta firme le liste in coalizione che nelle elezioni Camera 2018 avessero raggiunto l’1%, ma non quelle autonome, che nelle stesse elezioni avessero avuto la stessa percentuale alla Camera e al Senato, come PAP. A prescindere che il decreto-legge è stato convertito con voto di fiducia in violazione dell’art. 72 c. 4 Cost. e degli artt.48 c. 2 e 51 c. 1 Cost. sul voto uguale e sul diritto di candidarsi in condizioni di eguaglianza, che sono articolazioni specifiche dell’art. 3 Cost., che è un principio supremo del nostro ordinamento costituzionale, quelli che non possono essere derogati nemmeno con norma di rango costituzionale per la sentenza costituzionale n. 1146/1988, basta guardare le date. La legge di conversione è del 30 giugno e le elezioni si sono tenute il 25 settembre sono 87 giorni, neanche 3 mesi. Tuttavia i ricorsi non sono stati accolti, con il ragionamento che non era una norma che rendeva più difficile la partecipazione alle elezioni, ma più facile per alcuni e che la tutela cautelare era stata chiesta prima dell’esclusione. Un piccolo particolare, l’esclusione definitiva la può disporre soltanto l’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione, la sua impugnazione anche con ricorso ex art. 700 c.p.c., se non disposta inaudita altera parte, in quanti giorni può essere discussa e decisa? Manca un ricorso efficace con violazione dell'art. 13 CEDI. Il diritto di candidarsi affermato dalla sentenza della Corte Cost. con la sentenza n. 48/2021 non ha tutela senza una procedura ad hoc: la strada è quella di estendere all’esclusione dalle elezioni politiche, il ricorso urgente al TAR, in sede di giurisdizione esclusiva, quanto già previsto dal codice di procedura amministrativa ex d. lgs n.104/2010 per le elezioni europee: un ricorso già previsto dall’art. 44 c. 2 lett. d) legge n. 69/2009 di delegazione legislativa. In alternativa qualificare l’U.E.C.N., quale organo giurisdizionale, quindi che può adottare ordinanze di remissione ex art. 23 legge n. 87/1953.

Questo excursus molto tecnico è però necessario, perché la violazione della Costituzione in materia elettorale perpetrata dai governi Berlusconi, Renzi e Gentiloni, questi ultimi due con la complicità della Presidente della Camera, Laura Boldrini creatrice del precedente di ammettere il voto di fiducia sulle leggi elettorali, è la responsabile prima della sconfitta della sinistra. Certamente non è l’unica, ma ha rivelato l’incapacità di superare antiche divisioni storiche, il settarismo e il frazionismo. Lo spostamento verso il centro del PD, non ha aperto spazi a sinistra, ma un vuoto nel quale è complessivamente precipitata, senza distinzione di origine socialista o comunista che fosse, che l’ha inghiottita nel 2008 e nel 2022, lasciandola senza rappresentanza parlamentare, a meno di associarsi in coalizione con il PD, per ottenere uno strapuntino ovvero di raccogliere come LeU nel 2018 una percentuale minore di quella di ciascuna delle liste, PSI, PSU e PCdI, alle elezioni del 1924 con la legge Acerbo e le violenze delle squadracce fasciste.

Elly Schlein si è definita ambientalista, femminista e socialista nel discorso di candidatura al MONK di Roma del 4 dicembre scorso, molto bene, sono punti indispensabili per una sinistra nuova. È anche bene che la sua candidatura abbia fatto esplodere una corale “Bella Ciao”, la stessa canzone che accompagna la protesta/ rivolta delle giovani e dei giovani iraniani, preannuncio di una rivoluzione.

Tuttavia, non basta, se sulla legge elettorale c’è silenzio, nemmeno rotto da una promessa di cambiamento e in generale una rottura netta con le scelte del passato e una caratterizzazione della fase costituente, nella quale non basta l’apporto dei saggi in parte non iscritti. Se, chi vuole sostenere Elly non può partecipare alle assemblee congressuali, è illusorio che partecipino in massa ai gazebo, insieme agli occasionali passanti o a truppe cammellate.

Su questo Elly Schlein deve far sentire con urgenza la sua voce e le sue proposte, anche per vincere la delegittimazione, che è già iniziata, come pedina del finanziere Soros e della sua Fondazione Open Society.

Felice Besostri, Milano 13 dicembre 2022


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